I due progetti di ricerca condotti presso l’ospedale “Santi Antonio e Biagio e Cesare Arrigo” di Alessandria, ci hanno incuriosito e interessato fin da subito, avendo come oggetto di studio la possibile relazione tra SARS-COV2 e autoimmunità. Dopo esserci documentati abbiamo deciso di contattare i ricercatori per allestire un webinar che informasse i nostri pazienti, che ponesse l’accento sull’importanza della ricerca anche in questo momento emergenziale, che attirasse l’attenzione sulle patologie reumatiche. L’organizzazione del convegno in modalità web ci ha impegnato diversi mesi perché abbiamo dovuto letteralmente “rincorrere” i ricercatori, professionisti ospedalieri impegnati in prima linea nell’emergenza sanitaria in corso. Perché abbiamo dovuto dialogare con altre associazioni e perché abbiamo dovuto imparare a utilizzare una piattaforma di videoconferenze a noi poco conosciuta. Siamo certamente soddisfatti del risultato ottenuto, in termini di pubblico presente, di confronto con l’onorevole Rossana Boldi sulle enormi difficoltà incontrate dai pazienti reumatici in questo tempo di COVID-19 e in termini di cooperazione tra associazioni diverse. Per la prima volta dopo anni infatti, abbiamo visto unite associazioni di pazienti in un unico coro. Un coro di denuncia non solo dei disagi affrontati, ma anche di richiesta di contenimento di condizioni dannose e pericolose per i nostri malati fragili, in questo 2020 a dir poco funesto.
L’incontro tra associazioni ha fornito spunti di riflessione non solo sull’attuale gestione COVID, poco attenta alle esigenze dei pazienti cronici, ma anche sulle ricadute future relativamente ai costi sociali diretti e indiretti.
Le relazioni presentate sulle due ricerche alessandrine, la prima di tipo retrospettivo, la seconda di tipo osservazionale, hanno fornito spunti di riflessione sulla necessità di attenzione del COVID-19, come una malattia potenzialmente capace di stravolgere il sistema immunitario lasciando strascichi importanti come possono esserlo patologie reumatiche autoimmuni, impattanti non solo sulla vita dei cittadini, ma anche sulle ricadute in materia di medicina legale.
E poi ancora il bisogno delle patologie reumatiche autoimmuni di una rete di esperti che si interfaccino tra di loro creando multidisciplinarietà non solo efficace, ma risolutiva, anche in una veste multimediale come quella offerta dalla telemedicina.